Se in Italia qualcuno avesse ancora dubbi sul rilievo che avranno i vivai nel calcio al tempo del Fair Play Finanziario introdotto dalla Uefa di Michel Platini, farà bene a dare un’occhiata alla vicina Francia e tirare giù due rapidi conti.
In League 1 la classifica vede in testa a quota 49, dopo 26 giornate, l’accoppiata formata da Rennes e Lille. Marsiglia e Lione inseguono a quattro lunghezze. Il PSG viaggia a cinque punti dalle prime due.
Il Rennes capolista è il club con l’età media più bassa d’Europa (22 anni e 8 mesi), nonostante faccia parte della rosa un giocatore di lungo corso come Jerome Leroy (36 anni). Il dg della squadra bretone, Pierre Dréossi, ha spiegato che ogni anno sette ragazzi del settore giovanile salgono in prima squadra.
Non ci sono rigetti, informa il quotidiano Repubblica in edicola oggi. L’esperienza degli ultimi cinque anni dimostra che l’80% dei giovani che arrivano dalla “cantera” non ha problemi di alcun tipo a inserirsi nel gruppo dei “grandi”.
La permanenza nel club dei ragazzi arrivati dal vivaio, che a 17 anni sono considerati professionisti a tutti gli effetti e hanno pretese economiche molto contenute, non supera in genere il triennio. Difficilmente la media di un calciatore del Rennes supera le 50 presenze durante la permanenza in prima squadra (si attesta a quota 49). Solo Jimmy Briand e Etienne Didot si sono fermati da queste parti per un periodo più lungo (sei anni).
Attualmente la squadra è allenata dal tecnico corso Frédéric Antonetti. L’allenatore che ha cambiato tutte le regole nel club bretone è stato però il romeno Boloni. Il primo a sapersi adattare con grandi risultati a un modo nuovo di fare calcio, puntando molto (quasi tutto) sui giovani e smettendola di buttare i soldi dalla finestra.
Questo è lo scenario del calcio ai tempi del financial fair play (ffp) e dei diritti televisivi che, specie dalle nostre parti, andranno inevitabilmente a scemare (QUI i particolari, ndr). Sarà bene che anche in Italia si inizi a studiare a fondo la lezione del Rennes, prima che sia troppo tardi. Se già non lo è, vista la miopia dei dirigenti che ci ritroviamo a queste latitudini. Un dato di fatto che potrebbe rendere superfluo ogni tentativo di riformare un sistema che imbarca acqua da tutte le parti.
Fonte: calciopress.net
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